L'amore per i figli si costruisce nel tempo
Amare i figli non è dato a priori, ma è qualcosa che si crea e si costruisce nel tempo.
Non esiste un istinto materno che porta a sviluppare amore, per poter essere amato il figlio prima di tutto deve essere costituito nel pensiero dei suoi adulti.
Tutto ciò comincia prima ancora che il bambino venga al mondo attraverso le parole e le fantasie che i genitori in primis, ma anche tutti i parenti loro attorno, fanno su di lui e che di fatto permettono di preparargli un posto.
La preparazione del bambino nel pensiero dei genitori
La preparazione di un posto fisico, la cameretta, ma anche l’acquisto degli oggetti, abiti, carrozzina, giochi ecc. fanno parte della preparazione di un luogo di accoglienza.
Il primo luogo però è nel pensiero dei genitori che lo inseriscono all’interno della loro coppia ed in una discendenza famigliare pensando anche eventualmente a quali saranno le sue caratteristiche fisiche: gli occhi della mamma, le mani del papà, i capelli della nonna ecc.
La costituzione del bambino alla nascita
Alla nascita poi il bambino viene costituito attraverso l’atto di un adulto (può essere la madre, ma non solo) che, prima ancora che il bambino manifesti un suo desiderio e la conseguente possibilità di realizzarlo, lo anticipa, cioè offre per primo - quindi prima che ci sia domanda - qualche cosa di buono per lui, ad esempio il latte.
Del latte fino a quel momento il bambino non sapeva nulla: infatti nella pancia della madre non ha avuto bisogno di andare alla ricerca di cibo, ingegnandosi per trovarlo, era lì a disposizione, gli veniva fornito direttamente dal corpo della madre.
L’adulto presta quindi la sua opera iniziale ed originaria affinché nel bambino nasca il desideri e progressivamente prenda a ingegnarsi nel rapporto affinché la propria soddisfazione si produca per mezzo dell’altro.
Si può dire che questa sia la matrice di una costituzione di pensiero: il piccolo - e l’uomo poi - procede secondo tale costituzione, e per tutta la vita non potrà fare a meno di una modalità di soddisfazione attraverso il rapporto con un altro soggetto, anche quando la sua autonomia lo avrà reso capace di fare delle cose da solo.
Il rapporto di mutuo vantaggio tra genitore e figlio
Nel rapporto non c’è vantaggio per uno solo dei soggetti, ma il vantaggio è sempre per entrambi: ciò accade anche, e in grande misura, nel rapporto fra l’adulto e il bambino.
In genere siamo abituati a pensare che nel rapporto fra adulto e bambino sia il bambino a guadagnarci, mentre per l’adulto non ci sia guadagno ma addirittura fatica: se così è, non possiamo parlare di rapporto, ma semmai di impersonificazione di un ruolo che però non porta alcun vantaggio, ma appunto solo fatica.
Conseguenze di un rapporto non equilibrato
Si è portati a pensare che l’amore sia ad una sola via, ma soprattutto dipenda dalla cura spasmodica rivolta al figlio che diventa oggetto assoluto di attenzioni che spesso portano all’annullamento dei desideri degli adulti che di lui si occupano, una attenzione così totalizzante rivolta prevalentemente ai bisogni di accudimento del bambino che nulla ha a che vedere con l’amore.
Una situazione così totalizzante non rende un buon servizio a nessuno.
Non possiamo parlare di amore in questo caso perchè manca il pensiero che il bambino possa metterci qualcosa di suo nel rapporto.
Tutto ciò fa sì che i rapporti diventino difficili per entrambi, è in questo che il rapporto può prendere una piega sbagliata e se non corretto portare alla patologia.
Quindi in conclusione se c’è rapporto c’è amore.