Cosa si intende per Disturbi del neurosviluppo?
I disturbi del neurosviluppo racchiudono un insieme di condizioni che possono svilupparsi nell’età evolutiva. Essi possono colpire varie aree dello sviluppo, ma generalmente causano una compromissione del funzionamento personale, sociale e scolastico.
Tra i disturbi del neurosviluppo più comunemente conosciuti vi sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), il Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività (ADHD), il Disturbo dello spettro dell’autismo, disturbi del linguaggio e disabilità intellettive.
Tali condizioni possono verificarsi singolarmente o in concomitanza tra loro.
Come riconoscere la presenza di uno di questi disturbi?
La diagnosi di un disturbo del neurosviluppo deve essere posta da un professionista a seguito di un iter specifico che comprende osservazione clinica, conoscenza della storia evolutiva e somministrazione di test standardizzati al bambino, tuttavia è possibile riconoscere qualche campanello d’allarme nella manifestazione di alcuni comportamenti specifici.
I disturbi del neurosviluppo infatti, possono manifestarsi attraverso un ritardo nel raggiungimento delle tappe dello sviluppo attese, tuttavia bisogna ricordare che essi sono disturbi complessi e sono necessari diversi criteri specifici per individuarli con certezza.
Inoltre, è bene sottolineare che non vi è un’unica causa da associare alla loro comparsa: essi emergono come conseguenza di svariati fattori, tra cui quelli biologici, genetici e ambientali.
Generalmente dunque, ritardo nello sviluppo motorio e del linguaggio, familiarità con un disturbo o difficoltà comportamentali possono aumentare la probabilità dell’emergere di uno di questi disturbi.
Alcune caratteristiche dei principali disturbi del neurosviluppo
Disabilità intellettiva
La disabilità intellettiva intacca lo sviluppo delle capacità mentali generali, pertanto il bambino risulterà in difficoltà a svolgere le attività quotidiane e scolastiche in autonomia, compreso l’aspetto della comunicazione e della partecipazione sociale.
Disturbi della comunicazione
All’interno di questa categoria troviamo tutti i disturbi che coinvolgono deficit nella comunicazione (linguaggio, comunicazione sociale, eloquio..) e si caratterizzano da irregolarità nella fluenza e nell’articolazione delle parole. Per valutare la presenza di questi disturbi è fondamentale tenere conto nel contesto ambientale in cui il bambino è inserito (ad esempio contenti bilingui).
Disturbo dello spettro dell’autismo
Il disturbo dello spettro dell’autismo prevede la presenza di deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale in diversi contesti. I bambini mostrano grandi difficoltà a mantenere la reciprocità di una conversazione, faticano a condividere interessi ed emozioni, evidenziano totale mancanza di espressività facciale e presentano comportamenti rigidi e ripetitivi.
Questi sono solo alcuni dei sintomi che caratterizzano tale disturbo, tuttavia esso può presentare vari livelli di gravità a seconda del livello di compromissione delle diverse aree prese in esame.
Disturbo da deficit di attenzione e iperattività
L’ADHD è un disturbo che può coinvolgere l’area dell’attenzione, dell’iperattività o entrambe.
Per quanto riguarda la sfera attentiva, esso può manifestarsi attraverso una difficoltà a mantenere l’attenzione su un gioco, a seguire le istruzioni e a portare a termine un compito, anche in assenza di distrazioni.
La sfera dell’iperattività, invece, riguarda situazioni comportamentali in cui il bambino fatica a controllare i propri impulsi: ha difficoltà a rispettare i turni di parola, interrompe le altre persone mentre parlano, si agita quando gli viene richiesto di stare seduto.
Disturbi specifici dell’apprendimento
All’interno dei DSA troviamo i disturbi che appartengono alla sfera degli apprendimenti scolastici, in particolare la lettura, la scrittura e il calcolo matematico.
Alcune caratteristiche che si possono associare a questi disturbi sono la difficoltà a comprendere le sequenze temporali, difficoltà nello spelling, difficoltà a svolgere le operazioni matematiche più semplici e difficoltà nella pronuncia di parole.
Per verificare la presenza di questi disturbi occorre attendere che le abilità sottostanti abbiano avuto il tempo di automatizzarsi nei primi anni della scuola primaria.
L’importanza del clinico
I disturbi sopra descritti rappresentano solo una fetta dei disturbi che possono manifestarsi nell’età dello sviluppo.
Va precisato però, che riconoscere nei propri figli alcuni dei sintomi sopra riportati non equivale ad una sicura diagnosi: il professionista (neuropsichiatra infantile o psicologo) avrà cura di svolgere un’analisi attenta dei sintomi riportati dal contesto familiare e scolastico, tuttavia è necessario approfondire la valutazione anche attraverso l’osservazione clinica del bambino e la somministrazione di alcune batterie di test che, con la massima oggettività, definiranno o meno la presenza degli stessi e l’eventuale co-esistenza con altri disturbi.
Non sottovalutiamo i rischi derivati da una mancata diagnosi o da una diagnosi errata: i bambini, in questi casi, non verrebbero supportati attraverso gli strumenti e le risorse adatte a loro, di conseguenza potrebbero peggiorare la loro sintomatologia, intaccando ancor di più il loro funzionamento quotidiano.
Ciò, inoltre, potrebbe influire anche sulla loro sfera emotiva, sentendosi “indietro” rispetto ai pari e aumentando il proprio senso di inadeguatezza e incapacità.
Invito dunque i genitori a rivolgersi ad un esperto per un consulto, laddove avessero perplessità sullo sviluppo dei propri piccoli.
Bibliografia
American Psychiatric Association. (2014). Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (5ª ed.; M. Biondi, Trad.). Raffaello Cortina Editore. (Opera originale pubblicata nel 2013).