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December 31, 2022

Gli stili di attaccamento mamma e bambino: qual è il tuo?

Psicologia
Tempo lettura:
5 Min

Continuano gli approfondimenti sul rapporto genitori-figli a cura della dott.ssa Luisa Romei, psicologa professional counselor e specialista nelle difficoltà dell’apprendimento. Dopo gli articoli sulla comunicazione prenatale e sul periodo dopo la nascita, ecco una riflessione dettagliata sugli stili di attaccamento mamma e bambino.

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Dr.Jane Cooper
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Emozioni
Insicurezza
Educazione affettiva
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Gli stili di attaccamento mamma-bambino: legami profondi e significativi per la vita

Le emozioni vissute insieme determinano gli stili di attaccamento mamma e bambino.

La madre aiuta il bambino a comprendere i propri bisogni attraverso le emozioni. Il bambino si costruisce modelli d’interpretazione attraverso questa relazione primaria.

Certamente il temperamento del bambino caratterizza in parte la risposta della madre, nella costruzione a due della comunicazione.

Un bambino molto sorridente, per esempio, stimolerà una reazione positiva nell’adulto, mentre un bambino con problemi di salute, farà più fatica ad ottenere risposte armoniche.

Secondo i più autorevoli studi al riguardo, possiamo individuare quattro stili tipici di attaccamento mamma e bambino.

Attaccamento sicuro

Viene definito attaccamento sicuro quello caratterizzato dalla rassicurante fiducia che il bambino può avere nei confronti della disponibilità e dell’appoggio dell’adulto.

Le comunicazioni tra madre e figlio sono affettuose e sensibili, il bambino non ha timore di esprimere rabbia e il genitore comprende che tale stato d’animo è una componente naturale delle relazioni.

La comunicazione tra bambino e genitore è aperta sia agli aspetti positivi sia a quelli disturbanti degli eventi.

Genitore e figlio sono poi liberi di avvicinarsi e di allontanarsi quando lo desiderano e nei momenti giusti per entrambi.

Il bambino può giocare serenamente quando la mamma è vicina, non ha bisogno di controllare continuamente la presenza, la utilizza come “base sicura” a partire dalla quale iniziare ad esplorare l’ambiente.

I contatti e gli scambi sia verbali che non verbali sono fondamentalmente affettuosi.

Le madri sicure sono in grado di recepire con facilità i segnali comunicativi dei propri figli e rispondono prontamente e in modo adeguato.

Sono subito disponibili, affettuose e ricettive negli scambi perché la loro mente è libera di prestare attenzione al bambino.

Il genitore sicuro rispetta l’autonomia del figlio, ovviamente in modo adeguato all’età. Sa fornire la massima disponibilità emozionale e fisica nei momenti di turbamento.

È una persona libera, autonoma, emotivamente presente e coerente nell’emissione delle risposte.

Il bambino sicuro se inserito in una situazione nuova, in cui sono presenti anche altre figure adulte sconosciute, mostra solitamente di voler mantenere una certa vicinanza alla propria madre e di protestare se questa decide di allontanarsi.

In caso di separazione dalla madre, esso esprime il proprio sconforto ma è anche in grado di trovare consolazione ed esplorare l’ambiente circostante.

“Avverte “ di poter contare sul genitore in caso di bisogno e al momento del ricongiungimento il bambino sicuro, confermato nella propria fiducia, esprime gioia.

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Attaccamento mamma e bambino insicuro o evitante

Il rapporto di tipo evitante è caratterizzato dall’assenza di contatto emotivo e fisico all’interno della coppia madre – figlio.

Il bisogno di conforto del piccolo viene generalmente ignorato dal genitore, che talvolta rifiuta i suoi tentativi di stabilire un contatto fisico.

La strategia condivisa da genitore e figlio è di mantenere la distanza fisica ed emotiva per ridurre la probabilità di un coinvolgimento sentimentale che potrebbe portare al rifiuto.

Il bambino non impara ad esplorare i sentimenti d’intimità, anche se apparentemente è molto indipendente.

Il genitore evitante nega l’importanza dell’attaccamento, non è attento ai bisogni di contatti affettivo e fisico del proprio figlio, il comportamento di attaccamento risulta quindi disattivato.

In questi casi, la madre si allontana quando il bambino è triste e lo respinge quando è arrabbiato.

Il bambino evitante non manifesta il proprio sconforto quando ha paura o quando viene lasciato solo, esibisce anzi un eccesso di autonomia e di concentrazione nell’attività ludica.

Rifiuta di essere consolato.

Quando si ricongiunge alla madre non manifesta il proprio dolore, si mostra distaccato e si tiene a distanza da lei, evitandone il contatto.

L’ansia e l’insicurezza non vengono manifestate.

La strategia di evitamento rappresenta per il bambino un mezzo per non provare sentimenti spiacevoli dovuti al rifiuto del genitore.

Attaccamento insicuro ambivalente

In questo caso, la madre è imprevedibile nella risposta.

Si tratta infatti di una mamma che manifesta un comportamento fisicamente affettuoso solo in relazione ai propri bisogni e non a quelli del figlio, e che rifiuta il contatto quando il bambino lo richiede.

Tutto questo crea con il genitore un tipo di legame “ansioso”.

In questi casi dunque il bambino manifesta un attaccamento eccessivo al genitore, che, sebbene dimostri di occuparsi del piccolo, è spesso assente dal punto di vista emotivo.

Il bambino impara quindi che ottenere una relazione da parte del genitore dipenderà soprattutto dal suo impegno.

La strategia che il bambino apprende è dunque quella di rimanere aggrappato e di costringere il genitore a notarlo con un comportamento richiedente e infantile.

Il genitore ambivalente è spesso ancora preoccupato da problemi irrisolti del proprio passato.

Non ha la disponibilità mentale adeguata ad ascoltare le richieste del figlio. Non è ricettivo ai segnali del piccolo e spesso incoerente nell’emissione delle risposte.

Il bambino insicuro ambivalente enfatizza i segnali di protesta alla separazione dalla madre, è molto turbato dalla separazione, piange inconsolabile senza esplorare l’ambiente circostante se lasciato solo, e al momento del ricongiungimento con la madre tende a scaricare tutta la rabbia accumulata, manifestando aggressività.

Il suo comportamento risulta immaturo e timido.

Attaccamento insicuro disorganizzato disorientato

Non c’è uno stile condiviso nello stare assieme, gli scambi e le interazioni tra mamma e bambino risultano conflittuali e disorganizzate.

I tentativi di avvicinamento vengono alternati ed interrotti da separazioni improvvise.

Il genitore “irrisolto” appare spesso come una persona che non è riuscita ad elaborare adeguatamente la perdita di una figura di attaccamento importante o che ha vissuto traumi da cui esita a riprendersi.

La paura o il ricordo del trauma rendono tale genitore parzialmente dissociato ed assolutamente imprevedibile nei comportamenti e negli atteggiamenti da parte del bambino.

Quest’ultimo non è presente nella mente del genitore ancora assorbito dal proprio dramma interiore e il bambino viene quindi inserito in modo automatico, in un copione del passato.

Il bambino disorganizzato\disorientato esibisce una serie di comportamenti che non sembrano fare parte di una strategia comportamentale organizzata.

Sono presenti comportamenti evitanti e ambivalenti e un misto di tentativi di approccio ed esitamento, oppure anche di tipo stereotipato, bizzarri contradditori e non orientati ad un fine.

Tale incertezza e confusione sono provocate dal timore che suscita la figura di attaccamento, coincidente spesso con la persona che maltratta il bambino.

Il piccolo sembra controllare socialmente il genitore e temere il pericolo reale ed imminente.

A cosa serve l’educazione affettiva

L’educazione affettiva è fondamentale per mettere il bambino in grado di ridurre il più possibile l’insorgere di stati d’animo eccessivamente negativi e di facilitare il potenziamento delle emozioni positive.

L’autoregolazione delle emozioni parte dal riconoscimento e dall’espressione di esse.

Il bambino manterrà la sua emotività, ma anziché esservi completamente assoggettato, imparerà ad utilizzare il segnale emotivo con una modalità costruttiva, così da massimizzare il proprio benessere psichico anche nelle circostanze meno favorevoli.

Saper ascoltarese stessi e gli altri è indispensabile per capire le emozioni.

Per costruire e mantenere relazioni positive è fondamentale saper ascoltare ciò che avviene dentro e al di fuori di noi.

Questa modalità implica lo spendere tempo e spazio ad investire sulla qualità delle relazioni.

Il tempo è un fattore fondamentale nell’ascolto, la fretta non consente un reale ascolto di sé e dell’altro.

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Autore
Luisa Romei

La dott.ssa Luisa Romei svolge la libera professione come Psicologa e Professional Counselor occupandosi di problematiche legate all’età dello sviluppo con ragazzi, genitori, docenti e operatori.

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