Supporti per aiutare i bambini a camminare: pro e contro
Camminare è una tappa di sviluppo psicomotorio importante, che prende l'avvio intorno ai 10 mesi circa con l’iniziare ad alzarsi da fermi, la camminata a costiera, appoggiandosi agli oggetti, fino al fare i primi passi in autonomia, tra una caduta e un’altra, per cercare l’equilibrio.
Come tutte le fasi, anche quella di camminare andrebbe raggiunta in autonomia dal piccolo, ma spesso capita che vengano utilizzati dei supporti per aiutare i bambini a camminare, come ad esempio il girello o il carrello primi passi, ma servono davvero e favoriscono la crescita fisiologica dei piccoli?
Il girello: si o no?
È stato studiato che l’utilizzo del girello viene proposto dalle famiglie principalmente per fare divertire il bambino e permettere ai genitori di fare altro mentre il bambino esplora, ma purtroppo la realtà è che il bimbo non riesce ad esplorare, fatica a raggiungere gli oggetti per l’ingombro.
Si è notato come l’uso del girello influenzi negativamente lo sviluppo dell’equilibrio, del tronco e degli arti inferiori, con il passare dei mesi si sviluppano anche alterazioni del passo con una predisposizione a camminare sulle punte maggiore rispetto a chi non utilizza questo supporto.
Gli studi hanno anche evidenziato che utilizzare il girello non accelera i tempi di sviluppo e di cammino che rimangono praticamente uguali tra che lo sperimenta e chi no.
Il girello quindi sarebbe da evitare perché non permette uno sviluppo corretto, limita il bambino, e non aiuta il piccolo ad acquisire sicurezze legate alle cadute oltre ad avere una limitazione di quella che è vista vicino ai piedi.
Alcuni studi affermano che l’utilizzo del girello dovrebbe addirittura essere vietato in quanto ci sono anche rischi di lesione e uno dei traumi più riportati è la caduta dalle scale proprio per la riduzione del campo visivo.
Le bretelle per camminare
Le bretelle sono un altro dei supporti per aiutare i bambini a camminare.
Essendo tenute dall’alto e sotto controllo dell’adulto le bretelle comportano meno rischi di infortuni, ma esattamente come il girello sfavoriscono la ricerca dell’equilibrio perché sono sostenuti e non si sorreggono con le loro gambe, ma hanno un supporto che influisce anche sul movimento corretto del passo.
Le bretelle per camminare, inoltre, creano ancora di più uno stress a livello pelvico, del bacino e delle anche.
Carrellino primi passi
Il carrellino primi passi non è indispensabile, può essere sostituito da una sedia che spesso viene scelta autonomamente dai piccoli, ma nel caso si volesse usare, sempre per un tempo limitato nella giornata, ha sicuramente meno effetti negativi del girello, quindi con gli accorgimenti giusti potrebbe essere di supporto al bimbo.
Con il carrellino primi passi i piccoli si sostengono sulle loro gambe e quindi la posizione è più fisiologia, rimane però una alterazione del baricentro perché c’è un leggero sbilanciamento in avanti.
Nel caso si voglia usare è importante che ci sia sufficiente spazio per poter fare il passo corretto evitando che il bambino cammini a gambe larghe, un altro aspetto a cui fare attenzione è il peso perché un carrellino troppo leggero potrebbe creare un eccessivo squilibrio anteriore.
È quindi importante che il bambino impari a camminare quanto più possibile in autonomia, utilizzando gli oggetti che trova in casa e non altri supporti per aiutare i bimbi a camminare.
In questo modo troverà delle risposte a delle sue difficoltà, in maniera tale che da riuscire a sviluppare il proprio equilibrio.
Anche quando i genitori aiutano i piccoli a camminare dovrebbero tenere le braccia del loro piccolo in avanti all’altezza delle spalle e non in alto, anche se questo può sovraccaricare la schiena del genitore è il modo migliore per favorire la corretta stabilità.
Bibiliografia
https://www.corsi.univr.it/documenti/OccorrenzaIns/matdid/matdid217931.pdf
Chagas, P. S. C., Mancini, M. C., Tirado, M. G. A., Megale, L., & Sampaio, R. F. (2011). Beliefs about the use of baby walkers. Brazilian Journal of Physical Therapy, 15 (4), 303–309. doi: 10.1590/s1413-35552011005000015